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Il borgo di Atessa e la leggenda del drago

Per chi desidera una vacanza in famiglia all’insegna del mistero e della fantasia, il borgo di Atessa è il luogo ideale per un soggiorno alternativo che divertirà senza dubbio i bambini.

Situato su una collina nel centro dell’Abruzzo, a una trentina di chilometri dalla costa, il borgo di Atessa è un luogo antico, denso di storia e di arte.

Tuttavia, la sua fama è dovuta principalmente a una leggenda, che racconta di misteri, imprese impossibili e di un drago che, si narra, avrebbe terrorizzato per anni le popolazioni del luogo.

La leggenda del drago di Atessa

Visitare un luogo così affascinante è senza dubbio fonte di divertimento per grandi e piccini, che potranno volare all’indietro nel tempo, in un passato indefinito in cui immaginarsi ad affrontare il terribile drago della palude.

Come per tutte le leggende, anche in questo caso fantasia e realtà si mescolano creando una storia piuttosto affascinante.

Anticamente il borgo di Atessa era costituto da due villaggi Ate e Tixa, tra i quali si trovava una palude. Le ricostruzioni storiche sembrerebbero dimostrare che l’origine dei diversi villaggi presenti sulle colline della zona fossero di origine longobarda.

È probabile che la parte più antica della città corrispondesse al colle più alto, detto appunto Ate che significa alto. L’altro nucleo, che in origine doveva chiamarsi Tessa o Thyssa, si trovava invece nel quartiere di Santa Croce, dove attualmente si trova la chiesa omonima, probabilmente sorta su una torretta longobarda.

In quest’area i fiumi Osente e Pianello (oggi chiamati Sangro e Osento) allora creavano ampie zone paludose, che corrisponderebbero a quella della leggenda.

Secondo la tradizione, gli abitanti dei due villaggi non potevano incontrarsi, non solo perché impediti dalla palude, ma perché in questa viveva un terribile drago che si cibava degli animali che pascolavano nei dintorni. A un certo punto, però, iniziò ad attaccare anche gli uomini seminando il panico tra gli abitanti della zona.

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A questo punto, entrò in gioco san Leucio d’Alessandria d’Egitto, primo vescovo di Brindisi e già noto per aver scacciato un altro drago. Egli, una volta saputo del drago che terrorizzava gli abitanti di Atessa, si recò sul posto per sconfiggerlo.

Raggiunta la grotta nella quale si nascondeva, attirò il drago portandogli grandi quantità di cibo. Il drago, stordito dalla quantità di cibo, non riuscì a difendersi e Leucio lo uccise con la spada.

Leucio, poi, conservò il sangue del drago per usarlo a fini terapeutici e, come monito dell’accaduto, portò ai cittadini del Borgo di Atessa una costola del drago.

Secondo la tradizione, nel luogo dove si nascondeva il drago venne edificata l’attuale Duomo, intitolato proprio a san Leucio, nella quale è ancora oggi conservata l’enorme costola.

Abruzzo in immagini

La costola del drago: realtà o fantasia?

La costola della lunghezza di oltre due metri, ancora oggi conservata nella Cattedrale di San Leucio, sembrerebbe dimostrare la veridicità di una storia tanto affascinante quanto poco realistica.

La reliquia del drago ha una dimensione notevole, difficilmente attribuibile a un altro animale. Alcuni studiosi hanno ipotizzato che provenisse da elefanti giunti in zona con le truppe di Pirro nella battaglia di Benevento o con quelle di Annibale. Tuttavia, la dimensione della costola è comunque troppo grande per poter appartenere a un elefante.

Un’altra ipotesi farebbe riferimento al fatto che si tratti dei resti di un misticeto, balenottero risalente all’epoca cenozoica. Questo sarebbe possibile in virtù del fatto che l’attuale valle del Sangro fosse coperta dal mare.

In ogni caso, il mistero rimane e rende estremamente affascinante una visita in questi luoghi.   

Cosa vedere nel borgo di Atessa

La Cattedrale di Atessa, dedicata a San Leucio, è senza dubbio meritevole di una visita, tanto più che qui si può vedere la famosa costosa del drago.

Ma la sua particolarità non è solo questa: costruita nell’874, è una chiesa antichissima, testimonianza dell’architettura medievale.

Tuttavia, nel corso dei secoli diverse restaurazioni hanno aggiunto elementi architettonici e modificato l’impianto originario che mescola il gotico originario della facciata con il barocco degli interni.

Per vedere questo borgo in tutta la sua bellezza è necessario viverlo attraverso le sue vie, che lo mostrano come un piccolo gioiello di storia e cultura.

Oltre al Duomo, anche la Chiesa fortificata di Santa Croce, situata dalla parte opposta della Borgo di Atessa sul colle di Tixia, merita una visita.

Si tratta di una chiesa ancora più antica, la cui costruzione risale al VII secolo, come alcuni elementi architettonici sembrerebbero dimostrare. Anche questa chiesa nel corso degli anni subì delle importanti modifiche, nel XIII secolo, nel XIV e nel XVII, a cui risalirebbe la costruzione dell’attuale campanile.

Una particolarità del Borgo di Atessa è rappresentata dalla mostra permanente dei Presepi, a cura dell’Associazione Italiana Amici del Presepe, inaugurata nel 2007. In un ambiente di circa 400 metri quadrati, si trovano una serie di splendidi presepi che riproducono fedelmente i quartieri del borgo. Altri presepi rappresentano scene della vita di Gesù e altri ancora sono presepi scenografici.

Una ricostruzione storica di importante livello storico culturale che permette di conservare le tradizioni locali e che affascina grandi e piccini che si trovino a trascorre le loro vacanze in questi luoghi.

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