L’ambiente più pittoresco è il cosiddetto “Laghetto” dove concrezioni a forma di piattaforme e cornicioni rivelano i livelli di un antichissimo lago.
La grande colata di calcio sullo sfondo indica lo scorrimento, per centinaia di migliaia di anni, di una sottile cascata che alimentava il bacino.
Nelle sue acque è inoltre stato rinvenuto un minuscolo crostaceo del genere Nyphargus che non raggiunge il centimetro di lunghezza, depigmentato e cieco a causa della sua evoluzione “cavernicola”.
Una lunga ed impervia scalinata consente poi di raggiungere il famoso “Cimitero degli Orsi”. Si tratta di un esteso strato di ossa di orso speleo, risalenti a più di ventimila anni fa. Gli orsi, che raggiungevano le sale interne della grotta per trascorrervi il letargo invernale, spesso morivano se non avevano accumulato grasso sufficiente durante la bella stagione. I reperti dimostrano che che l’Ursus spelaeus poteva raggiungere tre metri di altezza in posizione eretta, e gli oltre seicento chilogrammi di peso.
Al termine di questo interessante tratto si giunge nella “Sala dei Misteri”, antica dimora dell’uomo preistorico. Vi sono concentrate numerose testimonianze di interesse archeologico: impronte umane e di orsi delle caverne, tracce carboniose di fiaccole e palline di argilla rimaste attaccate alla parete contro cui furono scagliate.
Con un ultimo tratto in decisa salita si giunge all’ “Antro di Cibele”, l’ultimo tratto della Grotta della Bàsura.
La sua particolarità è la forma sferica delle sue concrezioni, tipica di una crescita subacquea. Essa è dedicata alla mitologica Dea della Fecondità, è una sala ritenuta unica al mondo tra le grotte conosciute.
Si sbuca quindi nelle sale terminali della Grotta di Santa Lucia Inferiore, nelle quali si possono ammirare i “fiori di calcite”, particolari concrezioni processi di evaporazione e condensazione dell’acqua, in differenti condizioni di temperatura e di pressione. È, inoltre, possibile osservare una diversa forma di cristallizzazione del carbonato di calcio, la cosiddetta aragonite riconoscibile per l’aspetto “aghiforme” dei suoi sottili e brillantissimi cristalli.
Superato su un ponte artificiale il profondo baratro del “Pozzo dell’Ade”, si risale con diverse scalinate fino a raggiungere l’imponente “Sala del Pantheon” che è l’ambiente più ampio della Grotta Inferiore di Santa Lucia, con le concrezioni di maggiori dimensioni, tra cui una colonna alta più di otto metri. Particolare è poi una stalagmite ricoperta di cristalli di aragonite definita, per la sua bellezza, la “perla” della grotta. In diversi punti si possono osservare fratture e concrezioni spezzate, segno di antichi terremoti preistorici.
Proseguendo sempre in salita si giunge alla “Sala dei Capitelli” o “Sala dei Livelli”. La presenza di laghi sotterranei è infatti segnalata da cornicioni calcarei e da piattaforme che si sono formate all’estremità di stalattiti e di stalagmiti, in corrispondenza dei livelli che l’acqua ha mantenuto per lunghi periodi.
Un ultimo breve tratto consente di raggiungere una nuova porta in ferro murata che immette nel “Tanone”, la parte iniziale della grotta, priva di concrezioni, conosciuta da sempre. Nel 1944 fu utilizzata come rifugio antiaereo per la popolazione di Toirano, oggi viene utilizzata per manifestazioni ed eventi culturali quali concerti e balletti, oltre che per laboratori didattici e cantina enologica.