Curiosità, spiagge e location in italia per le tue vacanze
museo elea velia vacanze marine

Il Parco archeologico di Elea-Velia

Il Parco archeologico di Elea-Velia è testimonianza del passato e della famosa scuola eleatica. Ecco che cosa vedere in questa bellissima area nel parco nazionale del Cilento.

Nel cuore del Parco Nazionale del Cilento, a due passi dal mare, dove la bellezza della natura incontra la cultura millenaria, sorge il Parco Archeologico di Elea-Velia.

L’antica città di Elea-Velia

Chi desidera una vacanza culturale immerso uno scenario naturale dalla rara bellezza, qui troverà senza dubbio lo spunto ideale per un tour entusiasmante all’insegna della storia dell’archeologia.

A due passi da Ascea, borgo storico in provincia di Salerno, rimangono le testimonianze concrete dell’antica città della Magna Grecia, sulla cima di un piccolo promontorio affacciato al mare.

La città di Elea fu una colonia greca: secondo Erodoto furono gli esuli partiti da Focea, nell’attuale Turchia, nel 540 a.C. a viaggiare attraverso il Mediterraneo e a stabilirsi in questo luogo.

Sempre secondo il famoso storico, gli esuli scappavano con donne e bambini dalla loro patria assediata dai Persiani e non vollero creare ostilità con le popolazioni autoctone, pertanto acquistarono dagli Enotri la terra in cui poi fondarono la città.

Qui la posizione geografica risultò subito particolarmente favorevole: si stabilirono infatti sul promontorio, che è incastonato tra due piccoli golfi, in cui col tempo si formarono due porti.

Per molti secoli fu molto fiorente, grazie ai commerci di olio, vino, legname, spezie e profumi e divenne molto famosa grazie alla presenza delle terme collocate nella città bassa.

Ma la fortuna di Elea-Velia non fu solo dovuta ai commerci o alla posizione strategica, bensì grazie alla nascita di una delle più importanti scuole filosofiche dell’epoca: i famosi filosofi Parmenide e Zenone diedero vita alla filosofia eleatica, che appunto prende il nome dalla città.

Oggi, visitare i resti dell’Acropoli e dell’Agorà significa percorrere gli stessi passi e rivivere gli stessi luoghi in cui agivano i grandi filosofi eleatici: una vera e propria emozione per chi ama la storia, la filosofia e l’archeologia e tra questi sassi sente riverberare gli echi di un passato lontano, ma ancora vivo.

Nel corso dei secoli, Elea intraprese traffici con Roma, fino a diventarne un municipio, anche se poté conservare la sua autonomia per quanto riguarda la lingua e la moneta. Cambiò però nome e assunse il nome latino Velia.

Tuttavia, proprio quelle acque che avevano permesso la creazione delle terme, col passare del tempo crearono un dissesto idrogeologico che costrinse gli abitanti della città ad abbandonare la città bassa.

Dopo un periodo di decadenza, nel Medioevo venne costruita una fortificazione sull’acropoli, che è tuttora visibile. Nel parco archeologico si può ammirare la stratificazione storica attraverso i resti architettonici, che vanno dal periodo in cui la città fu fondata all’epoca medioevale, fino a quella moderna.

Parco Elea Velia Vacanze Marine

Che cosa vedere nel parco archeologico di Elea-Velia

Della antica città oggi sono ancora visibili numerosi resti che comprendono l’Acropoli, la città costiera, le terme e l’Agorà.

Grazie alla stratificazione architettonica risultato di epoche diverse, lo scenario si presenta unico e degno di meraviglia: a ciò si aggiunge il fatto il parco archeologico si trova in un ambiente in cui la natura locale, composta prevalentemente da macchia mediterranea, si presenta rigogliosa. Ulivi e querce, oltre che bassi arbusti, impreziosiscono il paesaggio e donano colore e vita ai resti architettonici.

Dal promontorio, poi, la vista è stupefacente: le acque cristalline del mar Tirreno si insinuano negli anfratti rocciosi, in piccole e grandi insenature, dove la natura rimane perlopiù incontaminata.

Insomma, visitare il parco archeologico di Elea-Velia non significa solo tuffarsi nella storia passata, ma anche trascorrere piacevoli ore nel vero relax.

Campania in immagini

La città bassa di Elea-Velia

La città bassa è un’area costeggiata dalla cinta muraria, all’interno della quale si trovano edifici e resti archeologici che risalgono all’età ellenistica e all’età romana. 

Qui si possono vedere i resti della necropoli, che risale all’epoca romana tra il I secolo a.C. e il I secolo d.C.

A sud, la Porta Marina era l’accesso costiero alla città ed era protetta da una torre quadrangolare.

I resti archeologici mostrano come la città fosse divisa in isolati all’interno dei quali si trovavano abitazioni e edifici con altre funzioni, come quello che parrebbe fosse la sede della famosa scuola eleatica, dove sono state trovate numerose teste che fungevano da ritratto.

Infine in quest’area sono ancora visibili parti del calidarium e del frigidarium delle terme di Adriano, nelle quali sono degne di interesse artistico le decorazioni a mosaico.

Potrebbe interessarti
Parco Elea Velia Vacanze Marine (1)

Porta Rosa: dedicata alla moglie dall’archeologo che la scoprì

La Porta Rosa non è solo un interessante esempio di architettura greca, ma è anche testimonianza di una storia d’amore.

Questa porta, infatti, venne scoperta dall’archeologo italiano Mario Napoli nel 1964. Lo studioso, quando si rese conto dell’importante scoperta, decise di dedicarla alla propria moglie, che si chiamava appunto Rosa.

Questa struttura, più che un passaggio, era una fortificazione che aveva la funzione di separare le due parti della città in funzione difensiva, in caso di aggressione nemica.

L’acropoli e il castello

Qui, sulla cima del promontorio, si trova il punto più significativo e rappresentativo del parco archeologico di Elea-Velia. Si tratta di un punto particolarmente panoramico, tanto più se si considera che anticamente il mare doveva giungere fino alle pendici del promontorio, mentre ora i detriti l’hanno progressivamente allontanato.

Questa probabilmente fu l’area in cui si stabilirono inizialmente i focei, tanto che si trovano ancora resti delle abitazioni. La loro pianta è irregolare, segno di insediamenti spontanei senza una precisa organizzazione. Nel tempo vennero abbandonati per fare posto agli edifici pubblici, come il teatro e il tempio.

Il teatro greco venne poi soppiantato da quello romano, di cui rimangono ancora alcuni resti, e il tempio oggi si presenta con una torre cilindrica di epoca angioina. 

Condividi questo post
My Agile Privacy
Questo sito utilizza cookie tecnici e di profilazione. Cliccando su accetta si autorizzano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su rifiuta o la X si rifiutano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su personalizza è possibile selezionare quali cookie di profilazione attivare.