
Il Cammino del Salento è un sentiero che si snoda tra paesaggi mozzafiato e luoghi ricchi di storia, offrendo l’esperienza di un trekking autentico a pochi passi dalle meravigliose acque della Puglia.
Grazie alla sua collocazione geografica, arroccata sulla collina e ideale per controllare da vicino il mar Ionio, nel corso dei secoli fu terra di conquista per le popolazioni che arrivarono in quest’area. La storia ha segnato profondamente questi luoghi, lasciando oggi resti ancora ben visibili sul territorio.
Le origini del borgo di Stilo a Reggio Calabria sono piuttosto antiche e paiono risalire al periodo della dominazione del tiranno Dionisio I di Siracusa. La cittadina venne riedificata ben tre volte e la sua posizione di spostò fino a occupare l’area attuale. Anche il nome non era ancora Stilo, ma si chiamava Consilinum o Kosilinon, che significava villaggio della luna.
In tempi più recenti il suono nome divenne Stilida, nome sulla cui origine gli studiosi non sono concordi, fino a quando si trasformò nel nome odierno.
In seguito, poi, Stilo fece parte di quella Calabria ionica culturalmente legata all’impero bizantino, tanto che tutta l’area oggi viene chiamata valle bizantina dello Stilaro: un periodo di colonizzazione durato ben cinque secoli, detto anche seconda colonizzazione greca, che ha profondamente segnato il territorio.
Oltre alle ricostruzioni storiche, attorno al borgo di Stilo circolano affascinanti leggende, come quella legata alla figura di San Giorgio.
Durante il Medioevo le incursioni da parte dei Saraceni in quest’area si erano fatte sempre più insistenti, tanto che gli abitanti della città avevano deciso di edificare delle mura imponenti e cinque porte, che di notte venivano serrate per evitare l’intrusione dei nemici.
Tuttavia, gli invasori misero sotto assedio la città nel tentativo di bloccare i rifornimenti e costringere così gli abitanti del luogo ad arrendersi.
Secondo la leggenda del luogo, un giorno un giovane ordinò a tutte le mamme di non allattare i loro figli ma di consegnargli il latte. Con questo latte fece della ricotta e la lanciò contro gli avversari. In questo modo i Saraceni pensarono che il borgo assediato avesse ancora moltissime riserve di cibo e decisero si ritirarsi.
Questo giovane intraprendente, di cui subito si persero le tracce, non era altro che San Giorgio – o almeno così si narra – il quale venne proclamato patrono della città.
Le porte del borgo di Stilo non sono solo leggenda, ma vennero effettivamente costruite con fini difensivi a protezione del Castello Normanno, edificato sul Monte Consilino per volere del conte Ruggero II di Sicilia, detto anche Ruggero il Normanno.
Le porte erano cinque, Porta Stefanina, Porta Reale, Porta Cacari, Porta Scanza Li Gutti e Porta Terra, e permettevano l’accesso e l’uscita dal borgo, fortificato attraverso mura imponenti e torrette di guardia.
Attualmente delle cinque porte rimane ancora ben conservata solo Porta Stefanina, appoggiata da una parte a una torre e, dall’altra, alla Chiesa dei Domenicani.
Di Porta Reale rimangono ancora alcuni resti murari, mentre delle altre tre non rimane più nulla.
Il borgo di Stilo, in Calabria, è un luogo sorprendente, denso di storia e capace di trasportare il suo osservatore in un mondo lontano nel tempo.
Tutto quanto il borgo, inserito tra i Borghi più belli d’Italia, merita di essere vissuto attraverso le sue vie, i suoi palazzi e le sue chiese, che hanno vita a un centro storico di invidiabile bellezza. Il nucleo centrale conserva ancora la pianta originaria dove stradine si attorcigliano interrotte da abitazioni strette l’une alle altre e inframmezzate da palazzi sontuosi e da chiese. Anche le mura sono ancora ben visibili a testimonianza del passato che ha lasciato i suoi resti nel presente.
Chi sceglie Stilo come destinazione per le sue vacanze, non può non visitare i luoghi religiosi di questo borgo, che hanno profondamente segnato la vita locale.
Il Cammino del Salento è un sentiero che si snoda tra paesaggi mozzafiato e luoghi ricchi di storia, offrendo l’esperienza di un trekking autentico a pochi passi dalle meravigliose acque della Puglia.
Ci sono nella nostra penisola luoghi magici, che legano la loro storia ad aneddoti e leggende. Altri luoghi, invece, sono famosi per le attività che si svolgono. Pesariis è uno di questi.
Uno di questi è senza dubbio la Cattolica di Stilo, un edificio religioso situato lungo le pendici del Monte Consolino. La sua origine è molto particolare: questo complesso religioso venne edificato tra il X e l’XI dai monaci che si insediarono in quest’area durante l’ultima parte del periodo bizantino.
Questi monaci, che influenzarono in modo importante la vita del luogo, vivevano nelle cosiddette laure, agglomerati di grotte naturali, ancora visibili in loco.
Quale fosse la destinazione iniziale del monastero non è del tutto certo, anche perché non si trovano testimonianze scritte fino al XVI secolo. Quello che è invece indiscutibile è la bellezza del luogo che, con la sua ricchezza cromatica e con le geometrie tipiche orientali, rappresenta uno splendido esempio di architettura bizantina.
Il Castello di Stilo, sito sul Monte Consolino, fu edificato nel XI secolo per volere di Ruggero II di Sicilia. Grazie alla favorevolissima posizione e alla vista in campo aperto su tutta l’area circostante, assunse una importanza strategica.
Oggi sono ancora visibili parti dei muri portanti, che lasciano solo indovinare la struttura, che era quadrata ed era arricchita da torri difensive, di cui alcune triangolari e alcune circolari.
La posizione, completamente arroccata alla montagna, e le opere di fortificazione difensiva che ancora si possono intuire, lo rendevano del tutto inespugnabile.
La chiesa di Santa Maria di Ognissanti, conosciuta anche come Duomo di Stilo, è un edificio religioso costruito nel XIV secolo e restaurato in gran parte del XVIII secolo, in stile barocco.
Probabilmente in origine questo luogo era utilizzato per culti pagani: forse la chiesa è stata costruita su un mausoleo oppure può essere stato riconvertito per il culto cristiano. Nella facciata, infatti, sono ancora ben visibili dei piedi che probabilmente appartenevano a una statua pagana, come testimonierebbero anche i racconti orali.
All’interno della struttura, poi, è stato rinvenuto un cunicolo di cui non è chiara la funzione, ma che potrebbe risalire all’epoca in cui l’edificio non era ancora destinato al culto cristiano.
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