Anticamente i tratturi erano dei percorsi che venivano utilizzati dai pastori per la transumanza. L’allevamento delle pecore, in quest’area della nostra penisola, era praticato fin dall’età del Bronzo, quando giunsero popolazioni di origine anatolica che già si dedicavano alla pastorizia.
Le popolazioni che nei secoli successivi occuparono l’Appennino centro meridionale, prima di Sabini, quindi i Marsi, i Sanniti, i Volsci, etc., furono tutte popolazioni pastorali e persino i Romani compresero l’utilità di questa attività per l’economia locale.
Fu proprio nel periodo romano che iniziò la transumanza dal Tavoliere delle Puglie all’Appennino, ma solo in epoca aragonese venne creata una vera e propria rete di tratturi.
Fu, infatti, Alfonso d’Aragona, nel 1447, a creare i regi tratturi, che dovevano rispettare determinate misure. Venne anche stabilito che nel tavoliere l’utilizzo dei campi fosse concesso agli antichi proprietari solo d’estate, quando le greggi di spostavano in montagna, mentre nel resto dell’anno erano a disposizione dei pastori che transumavano.
I rigidi inverni sulle montagne costringevano i pastori a spostarsi più a valle: tradizionalmente, il 29 settembre, giorno di San Michele, era la data prescelta per la discesa verso la pianura, mentre all’inizio dell’estate, troppo calda per il bestiame, vi era la risalita verso i pascoli estivi. Il percorso lungo i tratturi, a seconda delle destinazioni, poteva durare anche due settimane.  
Queste tradizioni sono proseguite per numerosi secoli fino alla metà del ‘900, quando l’avvento dei camion ha di fatto eliminato l’abitudine a spostare le gregge a piedi, se non per brevi tratti.
I tratturi sono rimasti a memoria di un passato non così distante e negli ultimi anni hanno iniziato a riscuotere un certo interesse proprio da quelle persone che hanno scelto di percorrerli per unire vacanze, sport e cultura. Non per niente, nel 2019 la transumanza lungo i tratturi nel Mediterraneo e nelle Alpi è stata iscritta dall’UNESCO nella Lista rappresentativa del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità.