Curiosità, spiagge e location in italia per le tue vacanze
isola-di-grado-vacanze-marine

Isola di Grado: escursione al borgo dei pescatori

L'Isola di Grado, o isola maggiore, è la più grande delle trenta isole presenti nell'omonima laguna.

In Adriatico, vicino alle foci del fiume Isonzo, si protende una lingua di terra friulana che ha una storia molto antica e travagliata. Come in un abbraccio, essa protegge nella sua laguna trenta isole, tra cui la maggiore prende il nome di Grado, nome che i Romani le attribuirono, col significato di scalo, approdo

Isola di Grado

Da sempre naturale sbocco sul mare per la città romana di Aquileia, durante il declino dell’Impero, divenne ancora più importante nel fornire protezione ai suoi abitanti, minacciati da popoli come gli Unni nel 452 e dai Longobardi nel 663. In questi due secoli la “piccola Venezia”, con le sue difese naturali, offrì una sicurezza maggiore dell’imponente “castrum” di Aquileia.

Vennero edificati in questo periodo i monumenti più celebri dell’isola, grazie al contributo delle ricche famiglie in fuga da Aquileia. Con lo sviluppo della vicina e potentissima Repubblica di Venezia, l’isola venne messa sempre più in ombra. Si può dire che la Serenissima fu figlia di Grado in tutto, anche nel culto dell’evangelista Marco, importato da quest’ultima. La rapace Repubblica defraudò così Grado di ingenti ricchezze e anche del Patriarcato, che nel XII secolo venne trasferito a Venezia.

L’isola di Grado napoleonica e la Grado austroungarica assistettero a un ulteriore declino dell’isola, benché essa fosse divenuta meta balneare e termale dell’aristocrazia asburgica. Soltanto nel Novecento la scoperta di una falda acquifera risolse il secolare problema dell’approvvigionamento idrico dell’isola e diede nuovo lustro a quella che divenne la Grado italiana, con la fine della Grande Guerra.

isola-di-grado-vacanze-marine

Grado e le sue isole

L’ampia laguna dell’isola di Grado è dal secondo Dopoguerra meta turistica rinomata per il patrimonio paesaggistico e culturale. Delle trenta isole le più grandi e popolate sono l’Isola Maggiore o Grado, Schiusa e Barbana.

Il centro storico dell’Isola Maggiore ospita un patrimonio architettonico di rara bellezza. Sulla piazza principale, Campo Patriarca Elia, sorgono la basilica di Sant’Eufemia, con i pavimenti a mosaico del VI secolo e la trecentesca Pala d’oro, e l’adiacente Battistero, a pianta ottagonale. A pochi passi si trova la basilica di Santa Maria delle Grazie, anch’essa paleocristiana. Non si può poi evitare la passeggiata sul Lungomare Nazario Sauro, che si affaccia sul tratto di mare compreso tra Lignano e Trieste.

Nel 1957 sono stati avviati i lavori per la creazione dell’isola della Schiusa, oggi completamente edificata e parte integrante del centro urbano.

Friuli-Venezia Giulia in immagini

L'isola di Barbana

L’isola di Barbana è la meta di uno dei più popolari eventi gradesi, il Perdòn di Barbana: la prima domenica di luglio una processione di barche raggiunge il santuario mariano per rispettare un antico voto. La leggenda dice che, in una notte di violente burrasche che minacciavano la laguna, il mare lasciò sulla riva un dipinto della Vergine, a testimonianza del suo intervento a protezione degli abitanti.

Non dimentichiamo che in questi luoghi la vita degli isolani non è mai stata facile. Ne è un esempio un’altra leggenda, che racconta delle varvuole e che risale alle incursioni dei pirati dalmati. Queste streghe del mare, nelle notti di tempesta, rapivano i bambini, terrorizzando le donne, che si chiudevano in casa con i loro piccoli al suono del tamburo del banditore.

Oltre al patrimonio architettonico, sono di grande interesse storico gli antichissimi e pittoreschi casoni dei pescatori, edificati sulle rive in legno e canne, intrecciate con una tecnica secolare. Di fronte a questi capanni erano ormeggiate le batele, caratteristiche imbarcazioni a fondo piatto per la navigazione in bassi fondali, su cui i rematori, come sulle gondole, stavano in piedi.

Le bellezze naturali dell'Isola di Grado

La macchia mediterranea che caratterizza la natura delle isole ospita un patrimonio avifaunistico di notevole importanza. Il birdwatcher potrà avvistare aironi di ogni specie, cigni, cormorani, beccacce di mare, fenicotteri, ibis sacri, oche selvatiche e gabbiani.

Biagio Marin, poeta gradese, nella sua raccolta di poesie dialettali “Fiuri de tapo”, ci descrive il fenomeno delle barene, isole fangose, che emergendo periodicamente dalle acque diventano una suggestiva distesa di fiori color lilla detti tapi. Da questi gli isolani hanno da sempre ricavato l’ottimo digestivo santonego.

Potrebbe interessarti

Le spiagge dell'Isola del sole

Le grandi spiagge, soprattutto quelle rivolte a sud, godono di una prolungata esposizione solare e di un clima gradevole per buona parte dell’anno. Attrezzate fin dalla fine dell’Ottocento, sanno accogliere il turista con le migliori infrastrutture, degne della costiera adriatica. La sabbia fine e i bassi fondali rendono gli stabilimenti un paradiso per le famiglie.

Inutile sottolineare che sulle isole è di rigore mangiare pesce fresco: in particolare resteranno nella memoria il brodetto alla gradese (preparato con tutti i pesci locali), il brodetto di seppioline, le seppioline ripiene e le seppie al tegame.

Apprezzatissima in patria come dagli stranieri, “l’isola del sole” e le sue sorelle in nessun caso potranno deludere il visitatore.

Sponsorizzato
Condividi questo post
My Agile Privacy
Questo sito utilizza cookie tecnici e di profilazione. Cliccando su accetta si autorizzano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su rifiuta o la X si rifiutano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su personalizza è possibile selezionare quali cookie di profilazione attivare.